FORMAZIONE PER EDUCATORI E GENITORI



Uno dei principali problemi educativi non è solo la SCUOLA, strutture a volte fatiscenti, programmi superati, modalità non rinnovate, ma noi ADULTI che, cresciuti senza rielaborare il vissuto delle nostra infanzia, usiamo (per lo più inconsciamente) i bambini,
siano essi nostri figli, nostri alunni o nostri pazienti, per rivendicare i nostri diritti d’infanti non ascoltati, replicando dinamiche 'malsane', messe in atto con loro in un tentativo inconscio di ricevere ciò che non abbiamo ricevuto da bambini.

Cerchiamo quindi di portare a galla la nostra storia, di darle spazio, per non far sì che prenda lo spazio dei bambini; lavoriamo sulla nostra autobiografia, sulla comprensione dei nostri temi di nascita, dei meccanismi di sopravvivenza che abbiamo messo in atto; guardiamo come agiscono nella nostra vita e come ci gestiscono; cerchiamo di andare al cuore delle situazioni per guardarle con onestà, con la responsabilità che dovrebbe contraddistinguere il nostro essere Adulti.

La nascita è un’esperienza e il vissuto di chi nasce non è mai uguale al vissuto di chi fa nascere. Ogni essere umano conserva memoria della sua esperienza d'incarnazione. I bambini possono raccontarla attraverso il pianto e il linguaggio del corpo: scelte di movimenti, di giochi possono essere espressione delle memorie esperienziali trattenute nel corpo del bimbo; se comprese e tradotte da un educatore attento che si faccia interprete per la famiglia di quel bimbo, possono diventare incredibili strumenti per accompagnare i genitori e permettere loro di costruire relazioni fluide con i figli, ma soprattutto per permettere ai piccoli di essere incontrati nella loro vera essenza.

Riprendendo il vero significato del verbo EDUCARE dal latino “educere”, infatti, si tratta di “tirare fuori”, estrapolare le potenzialità del bambino dandogli la possibilità di esprimerle in un campo che le può accogliere.
Per essere in grado di cogliere profondamente il significato dell’espressione corporea ed emotiva di un bimbo, è importare però aver portato chiarezza alla propria nascita.
L’adulto educatore/genitore, ha bisogno di incontrare primariamente il “piccolo” che è in lui: non si tratta solo di farsi raccontare dai propri genitori come si è nati (anche perché, per molti di noi avanti con gli anni, questo non è magari più possibile), si tratta piuttosto di contattare le nostre memorie relativamente al nostro vissuto di nascita e dei primi anni della nostra vita: come siamo stati concepiti, che tipo di gravidanza è stata quella che ha accompagnato il nostro divenire umani...e come siamo nati? In che tipo di famiglia siamo entrati, che aria abbiamo respirato da piccoli all’interno della nostra famiglia? Che memorie abbiamo trattenuto di tutto questo?
La mente può anche non saperlo...ma il corpo ricorda tutto!
Se noi diventiamo consapevoli delle nostre, possiamo poi comprendere, incontrare e riconoscere le memorie espresse dal linguaggio non verbale dei bambini anche piccolissimi. Quale occasione la vita ci sta offrendo: essere a contatto con i piccoli, il più grande specchio riflettente che si possa immaginare!

Ti sei mai chiesto come mai la relazione con un bimbo sia semplice e magari quella con un altro, molto difficile, quasi impossibile? Ti muove qualcosa, ti scatta qualcosa, si mette in opposizione, ti fa magari perdere le staffe in un secondo, mentre solitamente ti definisci una persona paziente. E allora cosa c’è? Cosa succede tra te e lui? È davvero così impossibile quel bimbo o lo è solo in quanto specchio di qualcosa di irrisolto, profondamente nascosto in te, sommerso da tanti strati di personalità?
L’obiettivo di questo tipo di approccio è ampliare la visuale. Includere nella pedagogia e nell’arte di educare uno sguardo ai temi della nascita, consente di spostare l’attenzione, spesso concentrata sui bambini, agli adulti di riferimento.
Riprendendo le redini ognuno della propria storia personale, si alleggerisce il bambino e si crea un grande campo di libertà dove possono emergere e fluire risorse per tutti, grandi e piccoli.

Se una parte di te si sente “chiamata”, ti propongo quanto segue:
esplorare i temi principali della TUA nascita attraverso incontri in cui alterneremo una parte teorica, ad una parte esperienziale dove puoi immediatamente “sentire” nel corpo come ogni tema ti risuona; scoprirai che ci sono memorie presenti in te sin dalla nascita, ancora attive e rintracciabili.
A questo punto aggiungiamo la parte della lettura del linguaggio corporeo dei bambini, relativa alla sequenza di nascita esperita in ciascun incontro. Ne dedurremo insieme che alcuni temi educativi trovano origine già in queste prime fasi della vita relazionale di ciascuno di noi: il controllo, l'iperattività, il confine, le regole, il ritmo veglia-sonno, solo per nominarne alcuni!

Il percorso intero si compone di 10 incontri di 3h, suddivisi in due:
A- 'La Nascita Come Esperienza' (5 incontri):
attraverseremo le fasi della nascita; la dimensione fisica-emotiva.
B- 'Il Prenatale' (5 incontri):
esploreremo la dimensione spirituale della nascita: le forze esistenziali, la Fonte, il tempo del  concepimento, lo spazio dell'annidamento, la percezione del grembo, la relazione con il cordone ombelicale.

Conduce Giovanna Ghezzi
www.giovannaghezzi.it
cell: 338.7180790
Gli incontri si terranno c/o la sede dell'Associazione In.Viola
a Palesio, via Montecalderaro 131.
E' possibile partecipare al modulo A e al modulo B indipendentemente, prima uno o l'altro;
l'importante è completare ciascun modulo.
Libro consigliato:
- “Dall’Essere, all’essere Qui” di Giovanna Ghezzi e Daniela Frignani, ed. Susil.